simstim ha scritto:Mantis ha scritto:nessuno ha mai sentito parlare dei Laogai ? qualcuno a cui piace informarsi di un pò di tutto, e di vedere le varie sfaccettature della storia, credo che sappia di cosa stò parlando.
Non esiste solo lo sfruttamento del capitalismo occidentale, ma esiste un neo-capitalismo orientale, quello che un tempo, fino al 1989 dopo i fatti di Tienanmen non esisteva, ma dopo i massacri di tale evento, la Cina è diventata economicamente, la quarta potenza al mondo, ma qui, andiamo in un'altra storia...
nn ho mai sentito dei Laogai, dimmi ! :)
cmq è il contrappasso , la Cina ultimo baluardo del socialismo reale è divenatato il paese con il capitalismo più feroce , alla faccia dello sfruttamento dell'uomo sull'uomo.... :roll:
Mantis ha scritto:ma qui, andiamo in un'altra storia...
no, Mantis, mi sa che la storia sia sempre la stessa ! :roll:
Il termine laogai si riferisce, propriamente, ad una particolare forma di lavoro forzato della Repubblica Popolare Cinese. Il termine è anche usato in modo generalizzato per indicare le diverse forme di lavoro forzato previste dal sistema giuridico e carcerario cinese, che include anche il laojiao ("rieducazione attraverso il lavoro") e il jiuye (letteralmente "personale addetto al lavoro forzato", ma viene da alcuni considerato una forma indiretta di reclusione). Lo stesso termine laogai, in senso invece restrittivo, viene talvolta usato per indicare un campo da lavoro. Le condizioni di vita dei forzati e il loro impiego come forza lavoro sono spesso indicati come lesivi dei diritti umani. l'Organizzazione Internazionale del Lavoro (ONU) del 25 giugno 1957 chiede infatti, l'abolizione della condanna ai lavori forzati, che del resto, non è mai stata ratificata dalla Cina.
Diverse fonti sostengono che nei campi di lavoro vengano comunemente applicati la tortura, la rieducazione politica e che vi sia un alto grado di mortalità dei prigionieri riconducibile a maltrattamenti di vario tipo. È anche altamente controverso il tema dell'uso che il governo cinese fa della manodopera a costo quasi nullo costituita dai carcerati, che secondo alcune fonti sarebbero sottoposti a ritmi di lavoro disumani e al limite dello schiavismo. Documenti di condanna del sistema dei laogai sono stati prodotti da diversi governi e parlamenti. Denunce molto gravi sono riportate anche nelle opere di Harry Wu (un dissidente cinese che ha passato molti anni in queste carceri, per poi fuggire negli Stati Uniti) e da altri dissidenti ed ex prigionieri. Tali denunce riguardano anche crimini come il traffico di organi dei reclusi.
Documenti ufficiali del Partito Comunista Cinese datati 26 agosto 1954 menzionano il laodong gaizao come "un processo di riforma dei criminali attraverso il lavoro, essenzialmente un metodo efficace per eliminare i criminali e i controrivoluzionari". Il Ministero di Giustizia descrisse gli scopi del sistema dei laogai in questo modo: "lo scopo principale dei laogai è quello di punire e riformare i criminali. Per definire concretamente le loro funzioni, essi servono in tre campi: punire i criminali e tenerli sotto sorveglianza; riformare i criminali; utilizzare i criminali nel lavoro e nella produzione, creando in tal modo ricchezza per la società". Secondo il tifa, che elenca i termini utilizzabili e pubblicabili in Cina, è illegale chiamare i laogai cinesi "campi di concentramento" o anche semplicemente "campi"; questi termini possono riferirsi ai campi nazisti, sovietici, o della Cina nazionalista. La Cina oggi, dopo l'evento a inizio post citato, economicamente cresce circa del 10% annuo...ancora oggi i Laogai contanto circa 8 milioni di detenuti, sia per reati gravi, che no, con differenze poi che apporteranno, condizioni sostanziali per scontare le condanne nei "campi"...Da una parte è pur vero che abbiamo le multinazionali interessate ad un governo ed un capitalismo orientale, su cui contare, e dall'altra abbiamo il governo stesso cinese ove poter contare per la propria economia.