2 agosto 1980
I responsabili esecuori e mandanti purtroppo sono ancora fuori, son convinto infatti, come altri, che quelli che sono dentro ne siano estranei. Senza dubbio colpevoli di molte altre cose, ma stragisti non erano.
In ogni caso nessun rappresentante del governo ha partecipato stamani alla commemorazione a Bologna.
Questa è in qualche modo una di quelle ricorrenze che sento sempre pur essendo stato all'epoca troppo piccolo per averne ora un qualche ricordo preciso.
In ogni caso nessun rappresentante del governo ha partecipato stamani alla commemorazione a Bologna.
Questa è in qualche modo una di quelle ricorrenze che sento sempre pur essendo stato all'epoca troppo piccolo per averne ora un qualche ricordo preciso.
100% !Rubin ha scritto:I responsabili esecuori e mandanti purtroppo sono ancora fuori, son convinto infatti, come altri, che quelli che sono dentro ne siano estranei. Senza dubbio colpevoli di molte altre cose, ma stragisti non erano.
In ogni caso nessun rappresentante del governo ha partecipato stamani alla commemorazione a Bologna.
Questa è in qualche modo una di quelle ricorrenze che sento sempre pur essendo stato all'epoca troppo piccolo per averne ora un qualche ricordo preciso.
Aggiungo solo che pochi mesi dopo partivo per il militare e c'era una forte tensione inoltre era già all' epoca troppo sporca la cosa.
Quel giorno tutta Bologna fu commovente per come intervenne nei soccorsi
e dove chiunque avrebbe voluto essere presente per aiutare poveri innocenti vittime di uno Stato marcio.
R.i.P.
Io ero dodicenne e ne piansi, può anche darsi perchè suggestionato. Anche io penso che i responsabili siano a piede libero, se ancora vivi. Ne sono convinte più persone e anche di credo politici differenti. In quanto ai ministri assenti, che dire, se avessero le palle sarebbero lì ed accetterebbero pure le contestazioni e i fischi. Sarebbe più onorevole. D'altronde con gli stipendi che percepiscono, dovrebbero avere le spalle larghe. Preferiscono i salotti in tv, ospiti di qualche giornalista prezzolato che non li mette mai in posizione scomoda o imbarazzante, magari meglio qualche karaoke in compagnia di veline....
aggiungo link interessante
http://www.repubblica.it/cronaca/2010/0 ... i-6007414/
pur sempre, uno scorcio parziale ....
quel kossiga lì ..... :roll: :roll:
aggiungo link interessante
http://www.repubblica.it/cronaca/2010/0 ... i-6007414/
pur sempre, uno scorcio parziale ....
quel kossiga lì ..... :roll: :roll:
Ho letto l'inserto, beh forse Cossiga quella volta volle dare un "biscottino",
inoltre una testimone (creduta dai giudici!) quella mattina ha riconosciuto il Fioravanti e Ciavardini perchè vestito alla tirolese !!! Non ho parole.
Ricordiamo che Massimo Sparti smentito più volte dai diretti famigliari è stato messo fuori dal carcere per grave malattia (tumore) , peccato che è morto dopo oltre ventanni dalla sua scarcerazione !
Dopo aver letto diverse edizioni di "verità" presunte per dare una lettura più completa di questa tremenda strage bisognerebbe risalire agli accordi intercorsi tra lo stato italiano e palestinesi per il transito indisturbato di armi
dal nostro territorio pena attentati e stragi come quella di Fiumicino del '73 e 1985 e se poi ci mettiamo il collegamento (inevitabile) con Ustica..
Non vorrei uscire fuori dal topic anche se l'interesse e la voglia di comprendere di più non dovrebbe mai abbassarsi.
inoltre una testimone (creduta dai giudici!) quella mattina ha riconosciuto il Fioravanti e Ciavardini perchè vestito alla tirolese !!! Non ho parole.
Ricordiamo che Massimo Sparti smentito più volte dai diretti famigliari è stato messo fuori dal carcere per grave malattia (tumore) , peccato che è morto dopo oltre ventanni dalla sua scarcerazione !
Dopo aver letto diverse edizioni di "verità" presunte per dare una lettura più completa di questa tremenda strage bisognerebbe risalire agli accordi intercorsi tra lo stato italiano e palestinesi per il transito indisturbato di armi
dal nostro territorio pena attentati e stragi come quella di Fiumicino del '73 e 1985 e se poi ci mettiamo il collegamento (inevitabile) con Ustica..
Non vorrei uscire fuori dal topic anche se l'interesse e la voglia di comprendere di più non dovrebbe mai abbassarsi.
Come molti altri, quel giorno stavamo uscendo con gli amichetti per andare al mare quando sentimmo un botto.
Poi il telefono suonò ed era mia madre che voleva assicurarsi che fossi ancora lì.
Secondo me si è cacata addosso più lei di me.
Seguendo alla radio (credo radio città) la diretta, decidemmo di andare in stazione per dare una mano.
Eravamo in via Saragozza, in centro, scoprimmo presto che andare in stazione con l'autobus non si poteva, tutti requisiti.
Andammo a piedi.
Sirene da tutte le parti, l'atmosfera era pesante.
Arrivati in stazione, vedemmo la spola degli autobus che caricavano e correvano verso gli ospedali, le transenne ci impedivano di avvicinarci alla stazione allora chiesi a un vigile del fuoco (credo) se potevamo dare una mano e lui ci chiese se avevamo degli stivali alti e se ci impressionava la vista del sangue perchè di porblemi ne avevano già così senza dover assistere anche a gente che sviene per l'impressione.
Disse che c'era da raccogliere pezzi sparsi per tutta la stazione in mezzo ai binari.Non ce la sentimmo, io avevo 19 anni, gli altri erano più giovani.
Dai 1977 Bologna era una città pesante da vivere anche per noi che eravamo ancora sbarbi.
Non c'è da stupirsi che i Bolognesi non dimentichino ancora e che ogni volta che un politico viene a recitare i suoi discorsetti venga regoilarmente preso a insulti, sopratutto quelli di questo ultimo governo anche alla luce di ultimi avvenimenti e indagini porcessuali varie, ci vorrebbe un bel coraggio a essere La Russa e venire a Bologna il 2 agosto, forse troppo anche per lui .
Poi il telefono suonò ed era mia madre che voleva assicurarsi che fossi ancora lì.
Secondo me si è cacata addosso più lei di me.
Seguendo alla radio (credo radio città) la diretta, decidemmo di andare in stazione per dare una mano.
Eravamo in via Saragozza, in centro, scoprimmo presto che andare in stazione con l'autobus non si poteva, tutti requisiti.
Andammo a piedi.
Sirene da tutte le parti, l'atmosfera era pesante.
Arrivati in stazione, vedemmo la spola degli autobus che caricavano e correvano verso gli ospedali, le transenne ci impedivano di avvicinarci alla stazione allora chiesi a un vigile del fuoco (credo) se potevamo dare una mano e lui ci chiese se avevamo degli stivali alti e se ci impressionava la vista del sangue perchè di porblemi ne avevano già così senza dover assistere anche a gente che sviene per l'impressione.
Disse che c'era da raccogliere pezzi sparsi per tutta la stazione in mezzo ai binari.Non ce la sentimmo, io avevo 19 anni, gli altri erano più giovani.
Dai 1977 Bologna era una città pesante da vivere anche per noi che eravamo ancora sbarbi.
Non c'è da stupirsi che i Bolognesi non dimentichino ancora e che ogni volta che un politico viene a recitare i suoi discorsetti venga regoilarmente preso a insulti, sopratutto quelli di questo ultimo governo anche alla luce di ultimi avvenimenti e indagini porcessuali varie, ci vorrebbe un bel coraggio a essere La Russa e venire a Bologna il 2 agosto, forse troppo anche per lui .
- dixie
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Lo ricordo bene... come Andy andavo per i 19 anni e mi ero appena diplomato... ero in Sardegna con la fidanzata... mi ricordo la tensione dei nostri genitori che fino a sera non contattammo (non c'erano i cellulari). C'era paura di altri attentati ma soprattutto non se ne capiva il perché.
Vicino alla nostra tenda c'erano due ragazzi di Bologna che tornarono anzitempo ricevuta la notizia, forse avevano dei cari la sotto o forse perché bolognesi... non ce lo siamo detti ma mi ricordo ancora adesso i loro occhi.
Certo che ci vuole tanto, troppo coraggio per andare a prendersi dei fischi... ma sarebbe stato importante esserci. Ma il coraggio non è dei politici e tanto meno di quelli italiani.
Vicino alla nostra tenda c'erano due ragazzi di Bologna che tornarono anzitempo ricevuta la notizia, forse avevano dei cari la sotto o forse perché bolognesi... non ce lo siamo detti ma mi ricordo ancora adesso i loro occhi.
Certo che ci vuole tanto, troppo coraggio per andare a prendersi dei fischi... ma sarebbe stato importante esserci. Ma il coraggio non è dei politici e tanto meno di quelli italiani.
Paolo Amodio
http://www.paoloamodio.eu
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quoto, ho conosciuto Ciavardini qualche anno fa, all'epoca diciassettenne e da sempre indicato come esecurtore materiale della strage. A me è sembrata una persona conseapevole di aver distrutto la sua vita e quella di altre persone che ha ammesso di aver ucciso, ma anche sinceramente convinto di essere estraneo ai fatti di Bologna.Rubin ha scritto:I responsabili esecuori e mandanti purtroppo sono ancora fuori, son convinto infatti, come altri, che quelli che sono dentro ne siano estranei. Senza dubbio colpevoli di molte altre cose, ma stragisti non erano.
Probabilmente la verità non si saprà mai, il segreto di stato non cadrà mai su certi fatti
tristezzaRubin ha scritto: In ogni caso nessun rappresentante del governo ha partecipato stamani alla commemorazione a Bologna.
Certo che chi ancora pensa che sia stata una strage senza mandanti, come tutte le altre del resto, è un bell'ingenuo.
Vi assicuro che a Bologna per anni ci siamo sentiti puniti di non si sa bene cosa.
I miei anni "migliori" li ho passati in una situazione leggermente pesante, tra i 16 e i 20, circa, anche se di per sè Bolgna non è mai stata una città pericolosa, anzi, sono riusciti a farci vivere con un pochetto d'ansia.
E non hanno mai smesso di tartassarla.
Anche il periodo con Cofferati sindaco sono riusciti a dare un'immagine falsata di una città tranquilla.
Ora sono tutti contenti perchè c'è un commisario super partes che, stranamente, fa le stesse identiche cose che ha fatto Cofferati, però, ora, nessuno si lamenta, anzi.
E pensare che ho sempre considerato questa città bigotta, altro che rossa.
Mah..
Vi assicuro che a Bologna per anni ci siamo sentiti puniti di non si sa bene cosa.
I miei anni "migliori" li ho passati in una situazione leggermente pesante, tra i 16 e i 20, circa, anche se di per sè Bolgna non è mai stata una città pericolosa, anzi, sono riusciti a farci vivere con un pochetto d'ansia.
E non hanno mai smesso di tartassarla.
Anche il periodo con Cofferati sindaco sono riusciti a dare un'immagine falsata di una città tranquilla.
Ora sono tutti contenti perchè c'è un commisario super partes che, stranamente, fa le stesse identiche cose che ha fatto Cofferati, però, ora, nessuno si lamenta, anzi.
E pensare che ho sempre considerato questa città bigotta, altro che rossa.
Mah..
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E' vero .. non si conoscono i veri mandatari... ma perché Fioravanti e Mambro sono fuori dal carcere? Un ergastolo dovrebbe essere a vita... ma in Italia no...
Tanto per ricordarci cosa hanno fatto quei due:
28 febbraio 1978. Giusva Fioravanti ed altri notano due ragazzi seduti su una panchina che dall'aspetto (capelli lunghi e giornali) identificano come appartenenti alla sinistra. Fioravanti scende dall'auto, si dirige verso il gruppetto e fa fuoco: Roberto Scialabba, 24 anni, cade a terra ferito e Fioravanti lo finisce con un colpo alla testa. Poi, si gira verso una ragazza che sta fuggendo urlando e le spara senza colpirla.
9 gennaio 1979. Fioravanti ed altre tre persone assaltano la sede romana di Radio città futura dove è in corso una trasmissione gestita da un gruppo femminista. I terroristi fanno stendere le donne presenti sul pavimento e danno fuoco ai locali. L'incendio divampa e le impiegate tentano di fuggire. Sono raggiunte da colpi di mitra e pistola. Quattro rimangono ferite, di cui due gravemente.
16 giugno 1979. Fioravanti guida l'assalto alla sezione comunista dell'Esquilino, a Roma. All'interno si stanno svolgendo due assemblee congiunte. Sono presenti più di 50 persone. La squadra terrorista lancia due bombe a mano, poi scarica alla cieca un caricatore di revolver. Si contano 25 feriti. Dario Pedretti, componente del commando, verrà redarguito da Fioravanti perché, nonostante il ricco armamentario «non c'era scappato il morto». Che Fioravanti fosse colui che ha guidato il commando è accertato dalle testimonianze dei feriti e degli altri partecipanti all'azione, e da una sentenza passata in giudicato. Ciononostante, Fioravanti ha sempre negato questo suo pesante precedente stragista.
17 dicembre 1979. Fioravanti assieme ad altri vuole uccidere l'avvocato Giorgio Arcangeli, ritenuto responsabile della cattura di Pierluigi Concutelli, leader carismatico dell'eversione neofascista. Fioravanti non ha mai visto la vittima designata, ne conosce solo una sommaria descrizione. L'agguato viene teso sotto lo studio dell'avvocato, ma a perdere la vita è un inconsapevole geometra di 24 anni, Antonio Leandri, vittima di uno scambio di persona e colpevole di essersi voltato al grido "avvocato!" lanciato da Fioravanti.
6 febbraio 1980. Fioravanti uccide il poliziotto Maurizio Arnesano che ha solo 19 anni. Scopo dell'omicidio, impadronirsi del suo mitra M.12. Al sostituto procuratore di Roma, il 13 aprile 1981, Cristiano Fioravanti - fratello di Valerio - dichiarerà: «La mattina dell'omicidio Arnesano, Valerio mi disse che un poliziotto gli avrebbe dato un mitra; io, incredulo, chiesi a che prezzo ed egli mi rispose: "gratuitamente"; fece un sorriso ed io capii».
23 giugno 1980. Su ordine di Valerio Fioravanti e Francesca Mambro, Gilberto Cavallini uccide a Roma il sostituto procuratore Mario Amato. Il magistrato, 36 anni, è appena uscito di casa; da due anni conduce le principali inchiesta sui movimenti eversivi di destra. Amato aveva annunciato che le sue indagini lo stavano portando «alla visione di una verità d'assieme, coinvolgente responsabilità ben più gravi di quelle stesse degli esecutori degli atti criminosi». Mambro e Fioravanti la sera dell'omicidio festeggiano ad ostriche e champagne.
9 settembre 1980. Mambro e Fioravanti con Soderini e Cristiano Fioravanti, uccidono Francesco Mangiameli, dirigente di Terza Posizione in Sicilia e testimone scomodo in merito alla strage di Bologna.
5 febbraio 1981. Mambro e Fioravanti tendono un agguato a due carabinieri: Enea Codotto, 25 anni e Luigi Maronese, 23 anni. Dagli atti del processo è emerso che durante l'imboscata Fioravanti ha fatto finta di arrendersi. Poi ha gridato alla Mambro, nascosta dietro un'auto, «Spara, spara!».
30 settembre 1981. Viene ucciso il ventitreenne Marco Pizzari, estremista di destra e intimo amico di Luigi Ciavardini, poiché ritenuto un «infame delatore». Del commando omicida fa parte Mambro.
21 ottobre 1981. Alcuni Nar, tra cui Mambro, tendono un agguato, a Roma, al capitano della Digos Francesco Straullu e all'agente Ciriaco Di Roma. I due vengono massacrati. L'efferatezza del crimine è racchiusa nelle parole del medico legale: «La morte di Straullu è stata causata dallo sfracellamento del capo e del massiccio facciale con spappolamento dell'encefalo; quello di Di Roma per la ferita a carico del capo con frattura del cranio e lesioni al cervello». Il capitano Straullu, 26 anni, aveva lavorato con grande impegno per smascherare i soldati dell'eversione nera. Nel 1981 ne aveva fatti arrestare 56. La mattina dell'agguato non aveva la solita auto blindata, in riparazione da due giorni.
5 marzo 1982. Durante una rapina a Roma, Mambro uccide Alessandro Caravillani, 17 anni. Il ragazzo stava recandosi a scuola e passava di lì per caso. Mambro sostiene che Caravillani sia stato ucciso da un proiettile di rimbalzo. Viene condannata come esecutrice dell'assassinio.
:evil:
Tanto per ricordarci cosa hanno fatto quei due:
28 febbraio 1978. Giusva Fioravanti ed altri notano due ragazzi seduti su una panchina che dall'aspetto (capelli lunghi e giornali) identificano come appartenenti alla sinistra. Fioravanti scende dall'auto, si dirige verso il gruppetto e fa fuoco: Roberto Scialabba, 24 anni, cade a terra ferito e Fioravanti lo finisce con un colpo alla testa. Poi, si gira verso una ragazza che sta fuggendo urlando e le spara senza colpirla.
9 gennaio 1979. Fioravanti ed altre tre persone assaltano la sede romana di Radio città futura dove è in corso una trasmissione gestita da un gruppo femminista. I terroristi fanno stendere le donne presenti sul pavimento e danno fuoco ai locali. L'incendio divampa e le impiegate tentano di fuggire. Sono raggiunte da colpi di mitra e pistola. Quattro rimangono ferite, di cui due gravemente.
16 giugno 1979. Fioravanti guida l'assalto alla sezione comunista dell'Esquilino, a Roma. All'interno si stanno svolgendo due assemblee congiunte. Sono presenti più di 50 persone. La squadra terrorista lancia due bombe a mano, poi scarica alla cieca un caricatore di revolver. Si contano 25 feriti. Dario Pedretti, componente del commando, verrà redarguito da Fioravanti perché, nonostante il ricco armamentario «non c'era scappato il morto». Che Fioravanti fosse colui che ha guidato il commando è accertato dalle testimonianze dei feriti e degli altri partecipanti all'azione, e da una sentenza passata in giudicato. Ciononostante, Fioravanti ha sempre negato questo suo pesante precedente stragista.
17 dicembre 1979. Fioravanti assieme ad altri vuole uccidere l'avvocato Giorgio Arcangeli, ritenuto responsabile della cattura di Pierluigi Concutelli, leader carismatico dell'eversione neofascista. Fioravanti non ha mai visto la vittima designata, ne conosce solo una sommaria descrizione. L'agguato viene teso sotto lo studio dell'avvocato, ma a perdere la vita è un inconsapevole geometra di 24 anni, Antonio Leandri, vittima di uno scambio di persona e colpevole di essersi voltato al grido "avvocato!" lanciato da Fioravanti.
6 febbraio 1980. Fioravanti uccide il poliziotto Maurizio Arnesano che ha solo 19 anni. Scopo dell'omicidio, impadronirsi del suo mitra M.12. Al sostituto procuratore di Roma, il 13 aprile 1981, Cristiano Fioravanti - fratello di Valerio - dichiarerà: «La mattina dell'omicidio Arnesano, Valerio mi disse che un poliziotto gli avrebbe dato un mitra; io, incredulo, chiesi a che prezzo ed egli mi rispose: "gratuitamente"; fece un sorriso ed io capii».
23 giugno 1980. Su ordine di Valerio Fioravanti e Francesca Mambro, Gilberto Cavallini uccide a Roma il sostituto procuratore Mario Amato. Il magistrato, 36 anni, è appena uscito di casa; da due anni conduce le principali inchiesta sui movimenti eversivi di destra. Amato aveva annunciato che le sue indagini lo stavano portando «alla visione di una verità d'assieme, coinvolgente responsabilità ben più gravi di quelle stesse degli esecutori degli atti criminosi». Mambro e Fioravanti la sera dell'omicidio festeggiano ad ostriche e champagne.
9 settembre 1980. Mambro e Fioravanti con Soderini e Cristiano Fioravanti, uccidono Francesco Mangiameli, dirigente di Terza Posizione in Sicilia e testimone scomodo in merito alla strage di Bologna.
5 febbraio 1981. Mambro e Fioravanti tendono un agguato a due carabinieri: Enea Codotto, 25 anni e Luigi Maronese, 23 anni. Dagli atti del processo è emerso che durante l'imboscata Fioravanti ha fatto finta di arrendersi. Poi ha gridato alla Mambro, nascosta dietro un'auto, «Spara, spara!».
30 settembre 1981. Viene ucciso il ventitreenne Marco Pizzari, estremista di destra e intimo amico di Luigi Ciavardini, poiché ritenuto un «infame delatore». Del commando omicida fa parte Mambro.
21 ottobre 1981. Alcuni Nar, tra cui Mambro, tendono un agguato, a Roma, al capitano della Digos Francesco Straullu e all'agente Ciriaco Di Roma. I due vengono massacrati. L'efferatezza del crimine è racchiusa nelle parole del medico legale: «La morte di Straullu è stata causata dallo sfracellamento del capo e del massiccio facciale con spappolamento dell'encefalo; quello di Di Roma per la ferita a carico del capo con frattura del cranio e lesioni al cervello». Il capitano Straullu, 26 anni, aveva lavorato con grande impegno per smascherare i soldati dell'eversione nera. Nel 1981 ne aveva fatti arrestare 56. La mattina dell'agguato non aveva la solita auto blindata, in riparazione da due giorni.
5 marzo 1982. Durante una rapina a Roma, Mambro uccide Alessandro Caravillani, 17 anni. Il ragazzo stava recandosi a scuola e passava di lì per caso. Mambro sostiene che Caravillani sia stato ucciso da un proiettile di rimbalzo. Viene condannata come esecutrice dell'assassinio.
:evil:
Paolo Amodio
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