Rubin ha scritto:Andy ha scritto:rjng ha scritto:Globalizzazione,che se non viene regolata globalmente si trasforma in un fuggi fuggi nei paesi dove si guadagna o si risparmia di più.Perdenti in questo gioco i paesi con le regolamentazioni più rigide,quelli dove decenni di lotte sindacali hanno portato un relativo benessere agli operai,che si traducono in maggior costo del lavoro per gli imprenditori,non sempre ripagato dalla maggior specializzazione,in special modo quando il vento del mercato gira a bonaccia.
Certo che se un'azienda di 120 dipendenti, sempre in attivo di bilancio, ha un debito di 33 milioni di euro qualche dubbio su come viene gestita sorge.
Infatti il problema non è il costo del lavoro, quello è un falso problema.
Il problema è che il profitto deve avere un tetto limite se no si scoppia.
Socializzazione dei profitti? A dirlo oggi pare bestemmia...
Il tetto al profitto lo ritengo inattuabile,ogni qual volta vedo un bilancio di una qualsiasi società che assicuro,mi rendo conto che le possibilità di far evaporare i profitti sono molteplici.Se poi consideriamo che chi certifica il bilancio è retribuito dalla stessa azienda che deve controllare..
Socializzazione dei profitti? Si,una forma cooperativa "spuria",però attenzione,nelle coop si dividono anche gli oneri,ergo se non c'è lavoro si rimane a casa senza un ghello.Certo,sarebbe da vedere poi come lo stato considera il mancato reinvestimento del profitto nell'attività,tipico delle coop tradizionali.
Diversamente siamo al premio produzione di antica memoria.
Ci vorrebbe il parere di qualcuno più addentro nel mondo bilancistico.