Giornalista Oleogramma!!
Re: ...
Wolf ottimista ? bene aiutami perchè vedo solo servi .Wolf ha scritto::roll: :roll: :roll: non è proprio così :roll: :roll: :roll:dido ha scritto:beh direi che non c'è nessuna differenza tra un giornalista ologramma e giornalista italiano, sono tutti programmati anzi Travaglio rompe i coglioni
ologrammiamolo....
Re: ...
non è che cambi di molto il fatto che tu sapessi o meno che sono un giornalista (lo sono o lo faccio? :roll: :lol: )dido ha scritto:Wolf giornalista ? azz non lo sapevo, allora ragazzo dacci dentro e onora quel poco di buono che deve esserci da qualche parte.kender ha scritto:dido ha scritto: Wolf ottimista ?
:lol: :lol: :lol: no, wolf giornalista
quanto il fatto che è luogo comune additare la categoria "giornalisti" come servi, schiavi, asserviti, dalla schiena molle, piazzatori di notizie, marchettari, fannulloni, fancazzisti, inutili concubine del potere ecc ecc ecc ...
il più delle volte ci rido sopra, è come dire: i negozianti sono tutti ladri, gli idraulici non fanno mai la fattura, i romeni sono tutti delinquenti, gli albanesi tutti sfruttatori di battone ecc
siamo lo specchio della società, come in tutto e in tutti c'è il marcio e c'è il buono, soprattutto c'è molto di buono che fa una gran fatica a mantenersi tale grazie una continua campagna denigratoria che, solo ieri, ci dipinge come tutti asserviti alla sinistra, e gli altri tutti alla destra.... francamente me ne infischio abbastanza dei giudizi negativi della gente se sono in pace con me stesso, se so di aver fatto bene il mio lavoro, se ho "passato" la notizia come doveva essere passata, il giorno in cui i giornalisti cominceranno ad essere simpatici e benvoluti allora sarà quello il giorno in cui tutti saremo davvero servi ... ciò che talvolta mi da fastidio sono i luoghi comuni, il dire tanto per ... , ma se si è contenti così non mi straccerò certo le vesti per questo ... ;)
Re: ...
Intanto confermo che non cambia nulla che sapessi o meno del tuo impiego, voglio credere che esista una parte del giornalismo italiano serioWolf ha scritto:non è che cambi di molto il fatto che tu sapessi o meno che sono un giornalista (lo sono o lo faccio? :roll: :lol: )dido ha scritto:Wolf giornalista ? azz non lo sapevo, allora ragazzo dacci dentro e onora quel poco di buono che deve esserci da qualche parte.kender ha scritto:
:lol: :lol: :lol: no, wolf giornalista
quanto il fatto che è luogo comune additare la categoria "giornalisti" come servi, schiavi, asserviti, dalla schiena molle, piazzatori di notizie, marchettari, fannulloni, fancazzisti, inutili concubine del potere ecc ecc ecc ...
il più delle volte ci rido sopra, è come dire: i negozianti sono tutti ladri, gli idraulici non fanno mai la fattura, i romeni sono tutti delinquenti, gli albanesi tutti sfruttatori di battone ecc
siamo lo specchio della società, come in tutto e in tutti c'è il marcio e c'è il buono, soprattutto c'è molto di buono che fa una gran fatica a mantenersi tale grazie una continua campagna denigratoria che, solo ieri, ci dipinge come tutti asserviti alla sinistra, e gli altri tutti alla destra.... francamente me ne infischio abbastanza dei giudizi negativi della gente se sono in pace con me stesso, se so di aver fatto bene il mio lavoro, se ho "passato" la notizia come doveva essere passata, il giorno in cui i giornalisti cominceranno ad essere simpatici e benvoluti allora sarà quello il giorno in cui tutti saremo davvero servi ... ciò che talvolta mi da fastidio sono i luoghi comuni, il dire tanto per ... , ma se si è contenti così non mi straccerò certo le vesti per questo ... ;)
e per serio intendo avere le palle di andare a fondo delle notizie e mettere tutte le energie per la verità delle stesse a fronte di qualsiasi colore di governo. Questo oggi è molto difficile notarlo, probabilmente come dici tu, è diventato un "luogo comune" collocare come servi la categoria, anche se non metterei altri mestieri come hai citato sullo stesso piano. Il giornalismo ha ruolo ben più delicato dovrebbe essere la sentinella della società del popolo, mentre vediamo un
"esercito" di penne a disposizione di potenti vari politici banchieri etc..
A volte penso a Ilaria Alpi e mi vengono i brividi ma questo è un mio problema.
Nulla di personale anzi contento di questo confronto dove ho avuto una piacevole piccola speranza che non tutto è quel che sembra.
ciao
Re: ...
intanto bisogna intendersi su cosa si intende per verità.dido ha scritto:Intanto confermo che non cambia nulla che sapessi o meno del tuo impiego, voglio credere che esista una parte del giornalismo italiano serioWolf ha scritto:non è che cambi di molto il fatto che tu sapessi o meno che sono un giornalista (lo sono o lo faccio? :roll: :lol: )dido ha scritto:
Wolf giornalista ? azz non lo sapevo, allora ragazzo dacci dentro e onora quel poco di buono che deve esserci da qualche parte.
quanto il fatto che è luogo comune additare la categoria "giornalisti" come servi, schiavi, asserviti, dalla schiena molle, piazzatori di notizie, marchettari, fannulloni, fancazzisti, inutili concubine del potere ecc ecc ecc ...
il più delle volte ci rido sopra, è come dire: i negozianti sono tutti ladri, gli idraulici non fanno mai la fattura, i romeni sono tutti delinquenti, gli albanesi tutti sfruttatori di battone ecc
siamo lo specchio della società, come in tutto e in tutti c'è il marcio e c'è il buono, soprattutto c'è molto di buono che fa una gran fatica a mantenersi tale grazie una continua campagna denigratoria che, solo ieri, ci dipinge come tutti asserviti alla sinistra, e gli altri tutti alla destra.... francamente me ne infischio abbastanza dei giudizi negativi della gente se sono in pace con me stesso, se so di aver fatto bene il mio lavoro, se ho "passato" la notizia come doveva essere passata, il giorno in cui i giornalisti cominceranno ad essere simpatici e benvoluti allora sarà quello il giorno in cui tutti saremo davvero servi ... ciò che talvolta mi da fastidio sono i luoghi comuni, il dire tanto per ... , ma se si è contenti così non mi straccerò certo le vesti per questo ... ;)
e per serio intendo avere le palle di andare a fondo delle notizie e mettere tutte le energie per la verità delle stesse a fronte di qualsiasi colore di governo. Questo oggi è molto difficile notarlo, probabilmente come dici tu, è diventato un "luogo comune" collocare come servi la categoria, anche se non metterei altri mestieri come hai citato sullo stesso piano. Il giornalismo ha ruolo ben più delicato dovrebbe essere la sentinella della società del popolo, mentre vediamo un
"esercito" di penne a disposizione di potenti vari politici banchieri etc..
A volte penso a Ilaria Alpi e mi vengono i brividi ma questo è un mio problema.
Nulla di personale anzi contento di questo confronto dove ho avuto una piacevole piccola speranza che non tutto è quel che sembra.
ciao
se è quella che più si avvicina alle nostre idee e si confà al nostro pensiero, "ciò che vogliamo sentirci dire", o se è quella che a prescindere dalle idee emerge in maniera obiettiva.
nel primo caso inevitabilmente si finisce nel luogo comune della servitù della gleba mediatica... è il gioco delle parti politiche ed è quello che inevitabilmente questo governo attua in maniera più che precisa. viceversa occorre anche accettare le "notizie scomode", quelle che ci imbarazzano o che ci irritano.
ma tu credi davvero che non ci siano le "palle" per far emergere le cose? hai idea di come si lavori nel mondo del giornalismo? di come si trovino le notizie, di come siano verificate, di quali ostacoli si affrontino per far uscire una notizia?
sei proprio sicuro che le notizie non circolino?
personalmente ho sempre trovato tutte le notizie che mi interessavano, comprese le possibilità di verifica. Certo io sono un "addetto ai lavori", ho gli strumenti per muovermi, se non totalmente libero, almeno in maniera consapevole nel mondo dell'informazione, ma credi che ogni cittadino non lo possa fare?
Ci sono molte responsabilità nella dis-informazione di massa, prime fra tutte quelle di pochi giornalisti asserviti al potere, è impossibile negarlo, ma c'è una larga fetta del mondo giornalistico che lavora bene e nonostante i tanti bavagli che si vogliono imporre le notizie circolano
Voglio fare un esempio: tra i vari campi di cui mi occupo c'è la politica. giunta regionale del Piemonte: fino al 2005 c'era una certa giunta, presidente uomo .. impossibile fargli un'intervista se non concordata precedentemente, con tanto di domande pretese in anticipo, giornalisti tenuti sempre a distanza, addirittura fisicamente a distanza. Dal 2005 cambio di giunta, presidente una donna: la si può contattare in qualsiasi momento, e in qualsiasi momento la si può avvicinare per intervistarla, l'atteggiamento è sempre del tipo "chiedetemi quello che volete, io rispondo" e posso assicurare che è così. Volutamente non ho indicato il colore politico delle due diverse giunte, anche se facilmente intuibile, ma questo per dire il tipo di approccio che ha la politica italiana verso l'informazione.
...
Wolf
Devo riconoscere che le tue parole sono incoraggianti e immagino che le difficoltà siano enormi come del resto i tuoi colleghi degl'anni '70/'80 dove alcuni ci hanno lasciato pure la pelle o le gambe, il punto è chiaro.
Il dobbiamo metterci d'accordo qual'è la verità ... beh questo credo debba essere sostenuto da fatti e riscontri oggettivi, siccome la verità anche nella giustizia è messa in dubbio toghe rosse toghe nere insabbiamenti archiviazioni per decorrenza .. al cittadino che rimane ?
Il mio "pensiero" forse è semplicemente una rassegnazione con rabbia a
quelle che devono essere dei punti di riferimento importanti di una società
e il giornalismo nel mio immaginario è un'anello determinante del popolo della società.
E' vero anche che non molti giorni fa un tuo collega dell'Eurpeo credo stava portanto avanti un' inchiesta sul rapporto rifiuti - politica a Napoli e caso strano sono intervenute le forze dell'ordine a perquisire gli uffici .. non conosco gli sviluppi ma certamente questo fa pensare a quelle difficoltà che tu accennavi..
Una domanda, siccome la stampa riceve "oboli" dallo stato non c'è il rischio di essere meno liberi ? "Bene caro editore io governo ti do il grano ma vedi di non rompere.." questo potrebbe essere un limite?
In ogni caso ti ringrazio del tempo dedicatomi.
Devo riconoscere che le tue parole sono incoraggianti e immagino che le difficoltà siano enormi come del resto i tuoi colleghi degl'anni '70/'80 dove alcuni ci hanno lasciato pure la pelle o le gambe, il punto è chiaro.
Il dobbiamo metterci d'accordo qual'è la verità ... beh questo credo debba essere sostenuto da fatti e riscontri oggettivi, siccome la verità anche nella giustizia è messa in dubbio toghe rosse toghe nere insabbiamenti archiviazioni per decorrenza .. al cittadino che rimane ?
Il mio "pensiero" forse è semplicemente una rassegnazione con rabbia a
quelle che devono essere dei punti di riferimento importanti di una società
e il giornalismo nel mio immaginario è un'anello determinante del popolo della società.
E' vero anche che non molti giorni fa un tuo collega dell'Eurpeo credo stava portanto avanti un' inchiesta sul rapporto rifiuti - politica a Napoli e caso strano sono intervenute le forze dell'ordine a perquisire gli uffici .. non conosco gli sviluppi ma certamente questo fa pensare a quelle difficoltà che tu accennavi..
Una domanda, siccome la stampa riceve "oboli" dallo stato non c'è il rischio di essere meno liberi ? "Bene caro editore io governo ti do il grano ma vedi di non rompere.." questo potrebbe essere un limite?
In ogni caso ti ringrazio del tempo dedicatomi.
Re: ...
ti rispondo partendo dalla domanda finale: gli oboli di stato alla stampa.dido ha scritto:Wolf
Devo riconoscere che le tue parole sono incoraggianti e immagino che le difficoltà siano enormi come del resto i tuoi colleghi degl'anni '70/'80 dove alcuni ci hanno lasciato pure la pelle o le gambe, il punto è chiaro.
Il dobbiamo metterci d'accordo qual'è la verità ... beh questo credo debba essere sostenuto da fatti e riscontri oggettivi, siccome la verità anche nella giustizia è messa in dubbio toghe rosse toghe nere insabbiamenti archiviazioni per decorrenza .. al cittadino che rimane ?
Il mio "pensiero" forse è semplicemente una rassegnazione con rabbia a
quelle che devono essere dei punti di riferimento importanti di una società
e il giornalismo nel mio immaginario è un'anello determinante del popolo della società.
E' vero anche che non molti giorni fa un tuo collega dell'Eurpeo credo stava portanto avanti un' inchiesta sul rapporto rifiuti - politica a Napoli e caso strano sono intervenute le forze dell'ordine a perquisire gli uffici .. non conosco gli sviluppi ma certamente questo fa pensare a quelle difficoltà che tu accennavi..
Una domanda, siccome la stampa riceve "oboli" dallo stato non c'è il rischio di essere meno liberi ? "Bene caro editore io governo ti do il grano ma vedi di non rompere.." questo potrebbe essere un limite?
In ogni caso ti ringrazio del tempo dedicatomi.
Personalmente sarei per abolire in maniera totale questo genere di "sussistenza di stato". Sarebbe un fatto di vera libertà, dove a emergere sarebbero quei media che offrono informazione e programmi di qualità.... SE e ripeto e sottolieno SE fossimo uno Stato, diciamo, "normale", con una concorrenza, un libero mercato pubblicitario. Ma l'Italia non è un libero mercato.
Ti faccio un esempio: fino a non molto tempo fa il gruppo Mediaset deteneva oltre il 60% del mercato pubblicitario totale (Rai compresa), percentuale che saliva al 95% :shock: se si considera la "sola" informazione privata (Rai esclusa). E ti parlo di Tv, non considero la carta stampata. con l'introduzione della legge Gasparri, queste percentuali sono ulteriormente aumentate a favore del gruppo privato.
Fai tu le considerazioni del caso, ma una domanda te la pongo: siamo in regime pluralista, di libero mercato in libera concorrenza o siamo in un mono-oligo-polio? In questo contesto dunque gli aiuti di stato ci stanno. Diversamente, a causa di mancata concorrenza, non esisterebbe altra informazione che non sia quella legata a un unico gruppo editoriale, alla faccia del pluralismo e della libertà.
La verità , qualsiasi essa sia ha dei riscontri oggettivi. Ma quante verità esistono. In sede giudiziale la Verità è quella che nasce dal dibattimento, al di fuori dell'aula del tribunale ci sono altre verità: l'accusa, la difesa, le parti (qui kender potrebbe dir due paroline). c'è poi la verità che si forma nell'opinione pubblica, con la condivisione di esperienze e fatti. c'è poi la verità giornalistica, secondo me una chimera se presa nella sua accezione letterale, perchè sempre suscettibile di smentite, nuovi fatti, nuove scoperte, filtrata dal lavoro del giornalista dalle sue esperienze, la sua cultura, i suoi credo politici, religiosi, etici. E' questa la verità a cui si tende? è una brutta bestia la verità, per chi la teme e per chi la deve accertare. Certo, sono in molti a cercarla, in tanti la usano con coscienza, sporcati purtroppo dai pochi che la seppelliscono sotto cumuli di sconcezze.
Re: ...
Che altro aggiungere se non la piena condivisione di quanto detto ? Nulla.Wolf ha scritto:ti rispondo partendo dalla domanda finale: gli oboli di stato alla stampa.dido ha scritto:Wolf
Devo riconoscere che le tue parole sono incoraggianti e immagino che le difficoltà siano enormi come del resto i tuoi colleghi degl'anni '70/'80 dove alcuni ci hanno lasciato pure la pelle o le gambe, il punto è chiaro.
Il dobbiamo metterci d'accordo qual'è la verità ... beh questo credo debba essere sostenuto da fatti e riscontri oggettivi, siccome la verità anche nella giustizia è messa in dubbio toghe rosse toghe nere insabbiamenti archiviazioni per decorrenza .. al cittadino che rimane ?
Il mio "pensiero" forse è semplicemente una rassegnazione con rabbia a
quelle che devono essere dei punti di riferimento importanti di una società
e il giornalismo nel mio immaginario è un'anello determinante del popolo della società.
E' vero anche che non molti giorni fa un tuo collega dell'Eurpeo credo stava portanto avanti un' inchiesta sul rapporto rifiuti - politica a Napoli e caso strano sono intervenute le forze dell'ordine a perquisire gli uffici .. non conosco gli sviluppi ma certamente questo fa pensare a quelle difficoltà che tu accennavi..
Una domanda, siccome la stampa riceve "oboli" dallo stato non c'è il rischio di essere meno liberi ? "Bene caro editore io governo ti do il grano ma vedi di non rompere.." questo potrebbe essere un limite?
In ogni caso ti ringrazio del tempo dedicatomi.
Personalmente sarei per abolire in maniera totale questo genere di "sussistenza di stato". Sarebbe un fatto di vera libertà, dove a emergere sarebbero quei media che offrono informazione e programmi di qualità.... SE e ripeto e sottolieno SE fossimo uno Stato, diciamo, "normale", con una concorrenza, un libero mercato pubblicitario. Ma l'Italia non è un libero mercato.
Ti faccio un esempio: fino a non molto tempo fa il gruppo Mediaset deteneva oltre il 60% del mercato pubblicitario totale (Rai compresa), percentuale che saliva al 95% :shock: se si considera la "sola" informazione privata (Rai esclusa). E ti parlo di Tv, non considero la carta stampata. con l'introduzione della legge Gasparri, queste percentuali sono ulteriormente aumentate a favore del gruppo privato.
Fai tu le considerazioni del caso, ma una domanda te la pongo: siamo in regime pluralista, di libero mercato in libera concorrenza o siamo in un mono-oligo-polio? In questo contesto dunque gli aiuti di stato ci stanno. Diversamente, a causa di mancata concorrenza, non esisterebbe altra informazione che non sia quella legata a un unico gruppo editoriale, alla faccia del pluralismo e della libertà.
La verità , qualsiasi essa sia ha dei riscontri oggettivi. Ma quante verità esistono. In sede giudiziale la Verità è quella che nasce dal dibattimento, al di fuori dell'aula del tribunale ci sono altre verità: l'accusa, la difesa, le parti (qui kender potrebbe dir due paroline). c'è poi la verità che si forma nell'opinione pubblica, con la condivisione di esperienze e fatti. c'è poi la verità giornalistica, secondo me una chimera se presa nella sua accezione letterale, perchè sempre suscettibile di smentite, nuovi fatti, nuove scoperte, filtrata dal lavoro del giornalista dalle sue esperienze, la sua cultura, i suoi credo politici, religiosi, etici. E' questa la verità a cui si tende? è una brutta bestia la verità, per chi la teme e per chi la deve accertare. Certo, sono in molti a cercarla, in tanti la usano con coscienza, sporcati purtroppo dai pochi che la seppelliscono sotto cumuli di sconcezze.
Forse questo, un' esempio "sciocco" e banale ; "io odio il Berlusca mai e poi mai voglio acchefare con un' uomo così.." poi questo signore entra al supermercato e non sa che il 60/70% dei prodotti che compra e consuma
fanno parte del gruppo di famiglia,attraverso società "pippo" e "titti" o alberghi o chissa qual altra cosa! Voglio dire, il sostantivo libertà non pensavo fosse in vendita invece è stato comprato! Quindi tutto è ralativo
come diceva qualcuno più intelligente del sottoscritto..
Alla prossima occasione magari davanti ad un bel piatto di lasagne possiamo discuterne meglio, oppure.... magnarsi le lasagne !
Ciao