tratto da "La lentezza" di Milan Kundera, secondo me una delle più belle citazioni circa l'essenza motociclistica:
l'uomo curvo sulla sua motocicletta è tutto concentrato sull'attimo presente del suo volo;
egli si aggrappa a un frammento di tempo scisso dal passato come dal futuro;
si è sottratto alla continuità del tempo; è fuori del tempo;
in altre parole, è in uno stato di estasi; in tale stato non sa niente della sua età, niente di sua moglie, niente dei suoi figli, niente dei suoi guai, e di conseguenza non ha paura, poichè l'origine della paura è nel futuro,
e chi si è affrancato dal futuro non ha più nulla da temere.
La velocità è la forma di estasi che la rivoluzione tecnologica ha regalato all'uomo.
A differenza del motociclista, l'uomo che corre a piedi è sempre presente al proprio corpo, costretto com'è a pensare continuamente alle vesciche, all'affanno; quando corre avverte il proprio peso, la propria età, ed è più che mai consapevole di se stesso e del tempo della sua vita.
Ma quando l'uomo delega il potere di produrre velocità a una macchina, allora tutto cambia:
il suo corpo è fuori gioco, e la velocità a cui si abbandona è incorporea, immateriale - velocità pura, velocità in sé e per sé, velocità-estasi.
La lentezza
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Re: La lentezza
Assolutamente condivisibile
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Paolo Amodio
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