Il Giorno del Ricordo 10 febbraio

La tipica sezione "Altri argomenti"...
Anonymous
Connesso: No

Messaggio da Anonymous »

Scusate se mi permetto ma non andrei oltre con i percorsi storici ecc.. semplicemente perchè il senso di questo topic, credo, sia puramente ricordare nel totale rispetto migliaia di innocenti trucidati e dimenticati per decenni . Forse sbaglio e sono pronto a fare un passo indietro.
Anonymous
Connesso: No

Messaggio da Anonymous »

hai colto nel segno !! :-pollice
Anonymous
Connesso: No

Messaggio da Anonymous »

10 febbraio h 21 sala Dante La Spezia.
Testo di Paolo Logli
Quell'enorme lapide bianca.
Ideale, ecco, questo sì era un argomento interessante su cui meditare. Un ideale giustifica i morti? E per converso, se un ideale frainteso causa soprusi, è solo per questo sbagliato? Non crediamo a nessuna delle due cose. Crediamo invece che la sofferenza, l'ingiustizia, i soprusi, in nome di qualsivoglia sole, dell'avvenire o meno, non debbano essere dimenticati. Ma non per fornire strumenti propagandistici a questa o quella parte. Al contrario, per trarne un insegnamento: che tutte le volte che qualcuno si sente investito di una superiore missione, unto del Signore, araldo del progresso, paladino degli oppressi, tutte le volte, qualcun altro ne fa le spese, in nome di qualcosa di superiore. E invece, vogliamo dirlo a chiare lettere, non c'è nulla di così superiore da giustificare il sopruso, la violenza, lo sterminio. Né un dio, né un'idea politica. "...quell'enorme lapide bianca" è solo questo un invito a non dimenticare. Ma non per un generico culto della memoria, ma perché l'insegnamento, nelle cose della storia, c'è sempre. Basta che il ricordo non vada disperso nelle pieghe della cultura dominante e delle ideologie vincenti. Basta, altresì, che il ricordo non diventi lo strumento della propaganda degli avversari. Abbiamo immaginato, così, non le considerazioni ideologico, politico - militari di sedicenti esperti di scenari e analisti della politica, ma il dialogo intimo e privato tra due amici: uno sloveno e uno italiano. Lo sloveno, Ive, è vissuto nella sua verità, fatta di slogan, di pensieri semplificati da mandare a memoria. Ha, in qualche modo, dato la sua spiegazione. Quella più semplice, quella che tranquillizza: noi avevamo ragione, cacciavamo gli invasori. L'italiano, Enrico, non è sopravvissuto. E non tanto alla violenza bestiale degli sgherri di Tito, quanto al silenzio imbarazzato, velato di opportunità politica, di tanti progressisti del suo Paese. Ne è venuto fuori qualcosa che non pretende di rispondere a un dramma così gigantesco. Si propone solo, come invoca Enrico verso la fine del testo, di appoggiare un fiore rosso su una lapide che ognuno di noi ha nel cuore. Quella che conserva il ricordo mortale di persone uccise senza neppure capire il perché, simbolo di un nemico di classe che non sapevano di essere. Simbolo dei tanti, troppi casi in cui l'oppositore, il dissenziente, o semplicemente il diverso è una fastidiosa macchia nella perfezione dell'ideologia. Da rimuovere, o, se necessario, da distruggere. Abbiamo messo in scena "...quell'enorme lapide bianca" nella speranza che il ricordo impedisca che cose del genere succedano ancora. Certo. Ma anche per dire a ognuno che non ci sono morti rossi, morti neri, o azzurri da spregiare o da appuntarsi sul petto come medaglie. Ci sono persone. Che avevano degli affetti, dei sogni, dei volti cari. Che adesso non ci sono più. E pretendono di non essere dimenticate.
Avatar utente
folletto_kokopelli
veterano
Connesso: No
Messaggi: 3434
Iscritto il: 19 feb 2007, 20:12
Moto: Thunderbird Sport Classic Carenage
Località: Firenze
Contatta:

Messaggio da folletto_kokopelli »

posso condividere, è che spesso, le cose presentate in modo propagandistico (non alludo a questo post,ma a certe manifestazioni a giro per l Italia),hanno bisogno dei "puntini sulle i".
Ripeto: condivido il senso.
Anonymous
Connesso: No

Messaggio da Anonymous »

Ho messo apposta l'intervista a P. Logli per questo motivo, visto che sono tra gli organizzatori, ti posso assicurare, che non c'e nessuno scopo recondito, ma solo il ricordo.
Rispondi