..provate a immaginare...
Inviato: 19 nov 2007, 17:55
....di essere in un paese in guerra o con una carestia infinita, dove il tuo futuro certo è la morte per fame, per malattia, per un colpo di machete sulla testa....
...provate a immaginare che tutto quello che avete di più caro rischia di scomparire, o è già scomparso, famiglia, genitori, fratelli, casa, ogni cosa...
...provate a immaginare di voler fuggire da tutto questo, perchè se non lo fai il passo successivo è vedere la tua carcassa divorata dagli insetti...
...provate a immaginare che vincendo paura, fame, fatica, ogni prova possiate immaginare o non immaginare, voi arrivate, non si sa come, in Europa, in Italia..
..provate a immaginare i sentimenti di chi giunge qui, e il paese che lo ospita gli dice pure che può rimanere, che è un rifugiato politico, che ha dignità per chiedere asilo e per restare.... ma dopo di questo il nulla...nessun aiuto, nessuna possibilità di sostentarti, nessuna possibilità di avere almeno un tetto e posto asciutto dove dormire....
...provate a immaginare che l'unico rifugio che riuscite a trovare è una fabbrica abbandonata...il nulla..pareti sporche e l'acqua di una bialera come unica fonte...
...immaginate ora che un gruppo di persone decida che è il momento di fare qualcosa e convince queste persone che è ora di muoversi che non si possono tenere degli esseri umani in condizioni così sub-umane...
...immaginate che queste persone non sono le autorità preposte a farlo, ma ragazzi, gente normale, centri sociali, che trovano un edificio abbandonato, una ex sede dei vigili urbani, sfonda le porte e dà a quasi cento di questi rifugiati almeno un tetto decente dove passare la notte...
..immaginate un giornalista che viene a sapere il fatto, e insieme al suo operatore di ripresa giunge sul posto: in cuor suo sa che potrebbe mettersi male, c'è caso che si riceva qualche insulto bene che vada, che si prenda sputi, qualche spintone, in fondo è già successo...
...e ora immaginate la scena di un giornalista che arriva sul posto insieme al suo operatore e trova quel centinaio di persone, somali, etiopi, sudanesi, eritrei, che, ricoperti di cose che definirle vestiti è un eufemismo, stanno lavorando, stanno pulendo per terra, mettendo a posto le poche cose, si danna da fare, c'è già qualcuno che dalle case vicine gli portato una coperta, una giacca ancora buona, un po di pane,
....e quelle persone a un certo punto ti osservano, un attimo di smarrimento, di confusione, c'è tensione, tutto potrebbe precipitare in un secondo, un manico di scopa che si trasforma in un bastone.... invece no, non succede, accade che qualcuno si avvicina, io mi avvicino, e si apre un sorriso, una mano che si stringe all'altra, poi arriva un secondo uomo, poi un terzo, le mani continuano a stringersi, è un cercare di farsi capire, qualcuno parla uno stentato italiano, qualcuno neanche quello...
...poche parole...qualche racconto.... e la loro tragica storia è tutta li davanti a me, dentro quegli occhi che mi guardano e quei sorrisi che ogni tanto si aprono quando la telecamera li inquadra...
...provate a immaginare come ci si possa sentire di fronte a queste persone, allo smarrimento che si può provare di fronte a chi non ha nulla, che ha perso tutto, ma ha ancora la forza di cercare, di andare avanti, provate a immaginare alla rabbia che possono avere quelle persone...
..provate a immaginare la mia rabbia che mi esplode nel petto, perchè so che quelle persone, sebbene ci siano sempre state e ci saranno sempre, ora, dopo che sono state riprese dalla "mia" telecamera, "esistono" ... esistono per il mondo che vive a pochi metri da li impegnato a cercarsi un cellulare nuovo o a prepararsi per i regali di natale, magari saranno solo un fastidio di tre minuti di filmato nel tg tra un pacco milionario e una velina sculettante, ma adesso ci sono, esistono e non possono dire che non lo sapevano...
...perdonatemi se sono stato lungo, se vi ho fatto perdere del tempo, ma quando mi dicono che i giornalisti sono dei privilegiati, in fondo penso che abbiano ragione...
...provate a immaginare che tutto quello che avete di più caro rischia di scomparire, o è già scomparso, famiglia, genitori, fratelli, casa, ogni cosa...
...provate a immaginare di voler fuggire da tutto questo, perchè se non lo fai il passo successivo è vedere la tua carcassa divorata dagli insetti...
...provate a immaginare che vincendo paura, fame, fatica, ogni prova possiate immaginare o non immaginare, voi arrivate, non si sa come, in Europa, in Italia..
..provate a immaginare i sentimenti di chi giunge qui, e il paese che lo ospita gli dice pure che può rimanere, che è un rifugiato politico, che ha dignità per chiedere asilo e per restare.... ma dopo di questo il nulla...nessun aiuto, nessuna possibilità di sostentarti, nessuna possibilità di avere almeno un tetto e posto asciutto dove dormire....
...provate a immaginare che l'unico rifugio che riuscite a trovare è una fabbrica abbandonata...il nulla..pareti sporche e l'acqua di una bialera come unica fonte...
...immaginate ora che un gruppo di persone decida che è il momento di fare qualcosa e convince queste persone che è ora di muoversi che non si possono tenere degli esseri umani in condizioni così sub-umane...
...immaginate che queste persone non sono le autorità preposte a farlo, ma ragazzi, gente normale, centri sociali, che trovano un edificio abbandonato, una ex sede dei vigili urbani, sfonda le porte e dà a quasi cento di questi rifugiati almeno un tetto decente dove passare la notte...
..immaginate un giornalista che viene a sapere il fatto, e insieme al suo operatore di ripresa giunge sul posto: in cuor suo sa che potrebbe mettersi male, c'è caso che si riceva qualche insulto bene che vada, che si prenda sputi, qualche spintone, in fondo è già successo...
...e ora immaginate la scena di un giornalista che arriva sul posto insieme al suo operatore e trova quel centinaio di persone, somali, etiopi, sudanesi, eritrei, che, ricoperti di cose che definirle vestiti è un eufemismo, stanno lavorando, stanno pulendo per terra, mettendo a posto le poche cose, si danna da fare, c'è già qualcuno che dalle case vicine gli portato una coperta, una giacca ancora buona, un po di pane,
....e quelle persone a un certo punto ti osservano, un attimo di smarrimento, di confusione, c'è tensione, tutto potrebbe precipitare in un secondo, un manico di scopa che si trasforma in un bastone.... invece no, non succede, accade che qualcuno si avvicina, io mi avvicino, e si apre un sorriso, una mano che si stringe all'altra, poi arriva un secondo uomo, poi un terzo, le mani continuano a stringersi, è un cercare di farsi capire, qualcuno parla uno stentato italiano, qualcuno neanche quello...
...poche parole...qualche racconto.... e la loro tragica storia è tutta li davanti a me, dentro quegli occhi che mi guardano e quei sorrisi che ogni tanto si aprono quando la telecamera li inquadra...
...provate a immaginare come ci si possa sentire di fronte a queste persone, allo smarrimento che si può provare di fronte a chi non ha nulla, che ha perso tutto, ma ha ancora la forza di cercare, di andare avanti, provate a immaginare alla rabbia che possono avere quelle persone...
..provate a immaginare la mia rabbia che mi esplode nel petto, perchè so che quelle persone, sebbene ci siano sempre state e ci saranno sempre, ora, dopo che sono state riprese dalla "mia" telecamera, "esistono" ... esistono per il mondo che vive a pochi metri da li impegnato a cercarsi un cellulare nuovo o a prepararsi per i regali di natale, magari saranno solo un fastidio di tre minuti di filmato nel tg tra un pacco milionario e una velina sculettante, ma adesso ci sono, esistono e non possono dire che non lo sapevano...
...perdonatemi se sono stato lungo, se vi ho fatto perdere del tempo, ma quando mi dicono che i giornalisti sono dei privilegiati, in fondo penso che abbiano ragione...