trevor ha scritto:
Henry, ci spieghi a grandi linee com'è il processo di lavorazione dei jeans?
Iniziamo con un pò di storia.
Nell?800 la chiamavano ?tela genova? in quanto era il tessuto utilizzato per le divise degli scaricatori del Porto di Genova. Poi dal porto di Genova arrivò a quello di Nimes (Francia) e qualcuno la chiamò ?denim" dal francese "de Nimes". Era il tessuto che avrebbe dato vita, grazie ai fratelli Levi, alla leggenda dei blue jeans. Hanno vestito cercatori d?oro, fuorilegge esploratori e cow-boy che li indossano tuttora giornalmente.
Negli anni sessanta del secolo scorso divennero simbolo della rivolta giovanile. Oggi invece, gli stilisti li rilanciano come capi esclusivi per persone supertrendy.
Questo mitico tessuto, che oggi esiste con diverse armature (così è chiamata la struttura del tessuto, che altro non è se non un intreccio di fili orizzontali e verticali più o meno spessi) e pesi (grammi al mq.), al momento di iniziare la confezione, si presenta di un blu molto intenso quasi nero, e talmente rigido che prendendo un paio di jeans realizzato con tessuto medio/pesante, appena confezionati e non ancora "trattati", può stare in piedi da solo!
Per quanto riguarda la tecnica di confezione, non differisce molto da quella utilizzata per gli altri capi di abbigliamento, se non che trattandosi di un tessuto molto resistente, il filato utilizzato per le cuciture deve essere altrettanto resistente, come lo devono essere anche i macchinari utilizzati.
Terminata la confezione, arriva il momento del "trattamento" e oggi chi più ne ha più ne metta, nel senso che nei casi più esasperati di Vintage si può arrivare tranquillamente a procedimenti che durano anche 4-5 ore per ogni capo!
Per quasi tutti i tipi di trattamento, si inizia con uno "stone" ovvero un lavaggio in cui nella macchina oltre ai jeans e all'acqua, vengono inserite delle "pietre di pomice", che svolgono un grosso lavoro di abrasione sull'intera superficie del tessuto, asportando quindi colore e svolgendo una più o meno forte usura meccanica.
Successivamente, se si vuole ottenere un'ulteriore "scarico" di colore, è necessario quello che viene chiamato "stone enzimatico", ovvero un lavaggio con acqua ed enzimi chimici; per ottenere i jeans di colore azzurro chiaro, viene eseguito il "bleaching" ovvero un ulteriore lavaggio in una soluzione di acqua e varechina.
Oggigiorno quasi tutti i jeans presentano aspetti più o meno Vintage, che vengono ottenuti nei seguenti modi.
"ROTTURE": sono normalmente localizzate sui bordi delle tasche, sui bordi degli orli, sui bordi della fessa (parte che copre la zip o i bottoni davanti); vengono eseguite manualmente con un normale flessibile e/o mola.
"BAFFI": sono quelle zone più chiare a forma di baffi, che con l'uso quotidiano, si formano nei punti di piegatura/sfregamento, quindi all'inguine, dietro le ginocchia, vicino alle tasche; vengono eseguiti manualmente asportando colore con un prodotto chimico chiamato Permanganato.
"SBIADITURE": sono quelle zone chiare più o meno estese che con l'uso quotidiano si formano nelle parti di continuo contatto con altri oggetti, quindi ad esempio sul sedere e sulle coscie davanti (ci si appoggiano sempre le mani); anche queste vengono eseguite manualmente sempre con il Permanganato.
Al termine di questi trattamenti con Permanganato, è necessario un ulteriore lavaggio di "neutralizzo" volto a neutralizzare l'azione del Permanganato che altrimenti continuerebbe per alcune ore.
Potrei continuare ancora, ma penso che questo possa soddisfare la curiosità di Alessio, aggiungo soltanto che oggigiorno molto spesso il costo dei "trattamenti" è superiore a quello di materia prima + confezione.