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Sembra che ci sia voglia di semplicità.
O almeno così si dice sulle riviste specializzate e nei saloni motociclistici. Anche i grandi Marchi, per giustificare il crollo delle vendite delle ipersportive, si appellano a queste argomentazioni. Ma una supersportiva di oggi è una moto facilissima da guidare… saper sfruttare adeguatamente tutto ciò che ha da offrire è invece affare da pochi e da farsi in pista. Quindi la moto “semplice” viene individuata in certi modelli con potenza non esuberante e un certo fascino retrò, come la Bonneville. Sarà pur vero che scollarsi dall’avvolgente sedile di un SUV e spiattellare le sole chiappe sulla sella della Bonnie èmeno rischioso che spiattellare l’intero proprietario su un muro guidando una racereplica; ma sia pur ridotto,il rischio c’è. Perché, secondo il mio modestissimo parere, più che la moto semplice serve il Motociclista preparato. Quel Motociclista che inizia a stare in moto con il classico cinquantino, poi si affina col centoventicinque prendendo confidenza con peso e potenza. Poi via via, seguendo gusto personale abbinato alla capacità. Come?
Dite che è un modo “vecchio” di vedere il Motociclista?
Può essere; ognuno ha diritto alle sue opinioni (sembra ancora così,per il momento). Però vi dico che è normale vedere certi “vecchi” (se si è vecchi a 50 anni) che hanno fatto la classica trafila di cui sopra, in sella a certi arnesi (come la Bonnie) bastonare solennemente giovani algidi in sella a razzi nipponici… e il problema non erano i razzi nipponici. Dite che può succedere anche il contrario? Beh,certo….si può anche vincere al lotto…

O no?

Ceccomannaro

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