...a proposito del dottore...
Inviato: 20 set 2007, 18:37
Ciao a tutti,
è da qualche che settimana che medito di scrivere questo post.
Non sono un amante del moto GP ma il personaggio Valentino Rossi, sarà per il suo carattere, sarà per il suo modo di fare, a me sta proprio simpatico.
Per questo ho deciso di mettere a vostra disposizione (magari con una terminologia non tecnica) quelle tre quattro nozioni di fiscalità internazionale per farvi capire cosa sia VERAMENTE successo al dottore quest'estate.
Prima di iniziare faccio una premessa: a me la categoria dei giornalisti italiani fa schifo. Come mi fanno schifo tutte quelle persone che emettono sentenze verbali di colpevolezza in merito a situazioni che non conoscono se non per sentito dire.
Come sapete il molesto pedalino lucky boy è un avvocato, un avvocato dipendente della Direzione Generale della BNL dove si occupa di fornire consulenza legale/tributaria ai clienti ricchi della banca (sopra il milione di euro), consulenza finalizzata il più delle volte ad un'ottimizzazione fiscale (leggi come pagare meno tasse possibili senza violare ne eludure nessuna norma ma nel pieno rispetto della normativa fiscale nazionale).
Tanto premesso adesso entro nel vivo della vicenda.
Nel nostro paese sono tenuti a versare le imposte tutti i cittadini residenti in Italia per i redditi ovunque prodotti (cd principio della worldwide taxation). Sono tenuti altresì tenuti a versare le imposte in Italia gli stranieri residenti all'estero in relazione ai soli redditi prodotti in Italia.
Fin qui nessun problema.
Bene, si da il caso che il caro dottore (non so in che periodo) abbia trasferito la sua residenza a Londra (Regno Unito) e che, per la precisione, la sua residenza sia del tipo "non domiciled".
Questo tipo particolare di residenza consente al fisco Inglese di tassare esclusivamente i redditi prodotti nel Regno Unito. I redditi prodotti, invece, in giro per il mondo non sono tassati in Inghilterra.
Passiamo al lato pratico:
Valentino trasferisce la sua residenza a Londra (resident non domiciled); quindi, non essendo più cittadino italiano e non producendo redditi in Italia (ricordo a tutti che i compensi il dottore li riceve all'estero - ne' in Italia, ne' in Inghilterra -) non è tenuto per legge a pagare le imposte in Italia.
Nel Regno Unito, in forza del suo status di resident non domiciled, è tenuto soltanto a pagare le imposte relative ai redditi prodotti nel Regno Unito (praticamente due lire).
E tutti gli altri redditi? Gli sponsor? La pubblicità? Ebbene si, sono legalmente esentasse perchè redditi pagati ne' in Italia ne' in UK.
Il fisco italiano sostiene che il dottore abbia trasferito fittiziamente la sua residenza all'estero proprio per pagare meno tasse e che Valentino continui in realtà a vivere in Italia.
Bene, in questo caso, avendo Valentino trasferito la sua residenza nel Regno Unito e non in un c.d. paese offshore (tradotto dal dottore in Paperopoli) ricade sul fisco italiano l'onere di dimostrare che Valentino continui a risiedere in realtà in Italia e che quindi debba versare le inmposte allo stato italiano.
Valentino vincerà anche questa sfida.
Dove vive? In UK. Dove lavora? In giro per il mondo. Dove passa la maggior parte del periodo dell'anno? In giro per il mondo.
Il problema non è di Valentino. Il problema deve essere risolto tra Italia e Regno Unito. Perchè l'Italia riconosce ancora un simile privilegio? Perchè tale privilegio non è stato attaccato negli scorsi anni come si è fatto per i residenti nei cd paesi offshore (Montecarlo, Panama ecc.)?
Viviamo in uno stato di sbirri.
Non stimo ne' Bossi, ne' Grillo, ne' Travaglio.
Ma a volte qualche frustata a qualche giornalista giustizialista la darei volentieri.
W il dottore. W le poche garanzie in essere in questo paese.
Un abbraccio.
Valerio pedalino lucky boy
è da qualche che settimana che medito di scrivere questo post.
Non sono un amante del moto GP ma il personaggio Valentino Rossi, sarà per il suo carattere, sarà per il suo modo di fare, a me sta proprio simpatico.
Per questo ho deciso di mettere a vostra disposizione (magari con una terminologia non tecnica) quelle tre quattro nozioni di fiscalità internazionale per farvi capire cosa sia VERAMENTE successo al dottore quest'estate.
Prima di iniziare faccio una premessa: a me la categoria dei giornalisti italiani fa schifo. Come mi fanno schifo tutte quelle persone che emettono sentenze verbali di colpevolezza in merito a situazioni che non conoscono se non per sentito dire.
Come sapete il molesto pedalino lucky boy è un avvocato, un avvocato dipendente della Direzione Generale della BNL dove si occupa di fornire consulenza legale/tributaria ai clienti ricchi della banca (sopra il milione di euro), consulenza finalizzata il più delle volte ad un'ottimizzazione fiscale (leggi come pagare meno tasse possibili senza violare ne eludure nessuna norma ma nel pieno rispetto della normativa fiscale nazionale).
Tanto premesso adesso entro nel vivo della vicenda.
Nel nostro paese sono tenuti a versare le imposte tutti i cittadini residenti in Italia per i redditi ovunque prodotti (cd principio della worldwide taxation). Sono tenuti altresì tenuti a versare le imposte in Italia gli stranieri residenti all'estero in relazione ai soli redditi prodotti in Italia.
Fin qui nessun problema.
Bene, si da il caso che il caro dottore (non so in che periodo) abbia trasferito la sua residenza a Londra (Regno Unito) e che, per la precisione, la sua residenza sia del tipo "non domiciled".
Questo tipo particolare di residenza consente al fisco Inglese di tassare esclusivamente i redditi prodotti nel Regno Unito. I redditi prodotti, invece, in giro per il mondo non sono tassati in Inghilterra.
Passiamo al lato pratico:
Valentino trasferisce la sua residenza a Londra (resident non domiciled); quindi, non essendo più cittadino italiano e non producendo redditi in Italia (ricordo a tutti che i compensi il dottore li riceve all'estero - ne' in Italia, ne' in Inghilterra -) non è tenuto per legge a pagare le imposte in Italia.
Nel Regno Unito, in forza del suo status di resident non domiciled, è tenuto soltanto a pagare le imposte relative ai redditi prodotti nel Regno Unito (praticamente due lire).
E tutti gli altri redditi? Gli sponsor? La pubblicità? Ebbene si, sono legalmente esentasse perchè redditi pagati ne' in Italia ne' in UK.
Il fisco italiano sostiene che il dottore abbia trasferito fittiziamente la sua residenza all'estero proprio per pagare meno tasse e che Valentino continui in realtà a vivere in Italia.
Bene, in questo caso, avendo Valentino trasferito la sua residenza nel Regno Unito e non in un c.d. paese offshore (tradotto dal dottore in Paperopoli) ricade sul fisco italiano l'onere di dimostrare che Valentino continui a risiedere in realtà in Italia e che quindi debba versare le inmposte allo stato italiano.
Valentino vincerà anche questa sfida.
Dove vive? In UK. Dove lavora? In giro per il mondo. Dove passa la maggior parte del periodo dell'anno? In giro per il mondo.
Il problema non è di Valentino. Il problema deve essere risolto tra Italia e Regno Unito. Perchè l'Italia riconosce ancora un simile privilegio? Perchè tale privilegio non è stato attaccato negli scorsi anni come si è fatto per i residenti nei cd paesi offshore (Montecarlo, Panama ecc.)?
Viviamo in uno stato di sbirri.
Non stimo ne' Bossi, ne' Grillo, ne' Travaglio.
Ma a volte qualche frustata a qualche giornalista giustizialista la darei volentieri.
W il dottore. W le poche garanzie in essere in questo paese.
Un abbraccio.
Valerio pedalino lucky boy