Banda Bonnisti

Il piu' grande velocista italiano adesso corre in altri luoghi. RIP :cry:

era uno dei pochi che mi faceva svegliare di notte x vederlo gareggiare....R.I.P

Ciao grandissimo uomo e atleta.
Peace

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19"72 null'altro da dire!

Gioppo ha scritto:19"72 null'altro da dire!

ti quoto!

emozioni ancora sulla pelle. Che spettacolo di atleta

Non ho ancora capito di cos'è morto.

Mi ha sempre colpito la sua corporatura non particolarmente dirompente, nervosa, agile.

Grande pagina di sport, brutta pagina di cronaca

E' tuttora il recordman in europa...

R.I.P.

trevor ha scritto:Non ho ancora capito di cos'è morto....

E' morto di tumore a 61 anni, fa venire i brividi...

Purtroppo era malato da un po', ma lui era un uomo molto riservato, che faceva cose grandissime ma in silenzio, senza pubblicita' dei media, e quindi come suo stile non ha messo in piazza la sua malattia. Uomini cosi non ce ne sono tanti

Mennea.
Per chi come me viene dall'atletica leggera ed è cresciuto a pane, sudore, profumo di tartan e litri di acido lattico, Mennea ha rappresentato un po' più di un mito. Era un esempio, era il faro illuminante.
E' vero che Mennea ha vissuto la sua epoca d'oro in una fase storica molto diversa da quella di adesso. Non so se, nei 2000, si potrà mai verificare un altro caso del genere. Mennea ha corso e vinto in un'epoca nella quale non esistevano ancora i superuomini - neri - con muscoli da culturista, da Ben Johnson in avanti. Mennea correva con Valery Borzov, altro mito della mia gioventù, e con Allan Wells, bianco delle Highlands battuto negli ultimi metri a Mosca. C'era qualche nero (Crawford, Quarrie, Williams) ma tutti molto più esili dei vari Powell, Bolt e compagnia.
Mennea è stato un esempio per abnegazione, dedizione al sacrificio, alla fatica. Ha sopportato carichi di lavoro che nessun altro ha mai più sopportato dopo di lui. In Italia in molti sono passati dalle "grinfie" di Vittori. Tutti sono scoppiati, vuoi nel fisico, vuoi nella testa. Anche giovani dotati come Pavoni (10"25 nei 100 a 19 anni) sono poi caduti preda di manie di protagonismo e di autoincensazione, che ne hanno decretato la prematura fine sportiva.
Mennea è stato un esempio di umiltà, anche se a volte poteva sembrare altezzoso e supponente. Si è rimesso in gioco dopo tanti anni che aveva smesso di correre, contro avversari molto più giovani di lui, spesso battendoli. Forse non destava particolari simpatie, perché non era il "personaggio" che bucava lo schermo. Non era il Tomba dell'atletica, anche se le due figure non sono minimamente paragonabili. Vuoi per caratura atletica (lo sci "agonistico" è praticato in poche nazioni e non c'è un biotipo geneticamente favorito sugli altri, come invece succede nell'atletica per le gare di sprint e di salto), vuoi per statura morale.
Mennea ha lasciato un segno, ha tracciato una strada; ci ha insegnato che spesso - magari non sempre - volere può essere potere, e che "la fatica è dura, ma fa sognare.
Purtroppo, guardando tanti giovani di oggi, ventenni o giù di lì, mi rendo conto che ne servirebbe un altro, di Pietro Mennea. Ma di personaggi così, la storia è povera...

da ex mezzofondista, come non condividere ogni singola parola

french ha scritto:da ex mezzofondista, come non condividere ogni singola parola

grande French !! Abbiamo un passato comune di divoratori di tartan ? Io ho chiuso facendo i 110 ostacoli, ma sono passato anche dai 400 :)

Io ho iniziato con i 110 hs, poi mi sono dato agli 800-1500 con qualche puntata sui 3000 e una sola volta provati i 5000. Lasciamo stare i tempi.......ma ancora sento tra le mani le palline del tartan quando alla fine di una serie di ripetute mi accasciavo sulla pista. sensazioni che non torneranno mai piu'

tutto questo casino per ritrovarti con quel fisico..???' guarda il grigio lui si che si è goduto la vita...e si vede :-sbad :-vino